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Intervista a Grazia Scuccimarra

LA RAGAZZA DEGLI ANNI ’60 SI RACCONTA

L’attrice teramana torna sul palcoscenico: “Il mio vecchio pubblico non mi abbandona mai”

La chiave del suo Successo è riconoscersi come Maschia, Belladentro, ma anche Una donna laceroconfusa. E quando registra un Tutto esaurito, il pubblico sa bene che Una ragione c’è sempre. Stiamo parlando della ragazza degli anni ’60 per antonomasia, l’attrice e regista teatrale Grazia Scuccimarra.

Teramana di nascita, romana di adozione, Grazia si è distinta nel panorama teatrale italiano per il suo umorismo pungente, una satira sociale che resta sempre al passo con i tempi. “Faccio spettacoli che hanno 35 anni e sono ancora attualissimi: devo aver anticipato di parecchio le vicissitudini di oggi”. Infatti, la sua opera più celebre, Noi ragazze degli anni ’60 del 1983, colleziona ancora numerose repliche in giro per l’Italia. “Sono allegra e divertita quando lo ripropongo, mi dà tanta soddisfazione ed è sempre come farlo la prima volta”. “I miei spettacoli hanno uno sfondo socio-antropologico e seguono l’evoluzione dell’uomo nei decenni” – racconta l’attrice abruzzese che a fine aprile tornerà a Teramo per uno spettacolo nell’aula magna dell’Università. Tra gli impegni in agenda, anche un nuovo spettacolo che andrà in scena probabilmente nel prossimo ottobre: “Sul palco cerco sempre di storicizzare gli avvenimenti, raccontare come siamo e come eravamo in passato; il mio discorso è un pendolo tra questi due poli che mi porta a scoprire progressi e regressi della nostra società”. La Scuccimarra, attenta osservatrice, descrive la nostra quotidianità per comprendere “a che punto di ignoranza siamo arrivati” così da poter denunciare, sempre in veste ironica, l’abbandono della cultura della quale siamo testimoni. “Preferisco la satira sociale perché mi colpisce quello che accade nella collettività”. Poi confessa: “In realtà, il presente è talmente tanto chiaro, banale e volgare che è difficile trovare uno spunto per fare satira; per non parlare dei politici: quelli li disprezzo”.

Con i suoi estimatori, invece, il rapporto non potrebbe essere più sereno: “Agli spettacoli ritrovo il mio vecchio pubblico che non mi lascia mai, ma anche tanti giovani e la cosa mi sorprende ogni volta”. Giovani che la attendono e che lei attende: è bastata la sua verve per far sì che, anche chi gli anni ’60 non li ha vissuti, si innamorasse di lei. Rivoluzionaria e interessata ai tempi che corrono, Grazia si distacca però dalle nuove tecnologie: “A me interessa il mondo reale, mi piace toccare le cose, restare con i piedi per terra. Nei miei spettacoli parlo spesso dell’isolamento a cui porta il web, in cui i rapporti sono solo virtuali. In realtà ognuno di noi è solo con quell’aggeggio in mano, che ti fa stare con la testa bassa senza guardare cosa accade intorno. Trovo che internet sia uno strumento che, se utilizzato male, potrebbe essere devastante, anche considerando quanta criminalità si può trovare nella rete”. Da impareggiabile anticonformista, l’attrice non è molto dedita al mondo dei social network perché crede che sia un mezzo sfruttato in maniera poco congrua, tanto da far perdere il valore reale dello strumento. “È la mancanza di determinismo da parte nostra che mi spaventa, siamo diventati degli strumenti in mano a persone e progetti che non conosciamo. È questo il dazio che dobbiamo pagare per il progresso?”

Eppure, Grazia Scuccimarra è una donna indirizzata verso il futuro, con lo sguardo dritto sul domani: “Sono convinta che ognuno viva secondo le proprie possibilità, non guardo al passato con rimpianto. Anzi l’inconsapevolezza angosciata della gioventù non la rimpiango affatto, meglio la maturità, meno entusiasmante, ma sicuramente molto più profonda”.

Redazione

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