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Acri (Cosenza)

Terra di santi, poeti ed eroi

Situato ai piedi della Sila e della  montagna della Noce, Acri, comune del Casentino, ha dato i natali a Beato Angelo d’Acri, al quale è intitolata la Basilica, allo scrittore Vincenzo Padula, conosciuto come il prete rosso, uomo di cultura  e autore di opere in venacolo e in  italiano e ai fratelli Sprovieri: Vincenzo, patriota ed eroe garibaldino e, Francesco senatore a vita e giurista. Estesa su tre colli, la città è particolarmente suggestiva, con il borgo più antico, Padia, e i vari quartieri che si inerpicano fino alla cima dell’antico castello, di probabile epoca bruzia, antica fortezza posta a guardia, della profonda valle dei fiumi, Mucone e Chalamo. Acri è un territorio ricco di acque, prodigiose e potabili e, non a caso veniva chiamata dai Romani “Indusia”, cioè “città delle acque”. Tra le più remote fontane: Fonte del Rinfresco, Fonte di Pompio e le due fontane antichissime del popoloso quartiere San Domenico. Tanti i nobili palazzi presenti, come Palazzo San Severino-Falcone, edificato a partire da XVII secolo, Palazzo Julia, del XV sec.,Palazzo De Simone, Palazzo Spezzano, Settecentesco, Palazzo Padula, di proprietà del poeta Vincenzo Padula, Palazzo Astorino e l’antico Palazzo Civitate. Il sindaco Elio Coschignano  ci ricorda che ad Acri sono presenti molti edifici religiosi e tra questi visitiamo la Basilica del Beato Angelo. Voluta da P. Giacinto Osso di Belmonte Calabro, fu edificata a partire dal 1893. E’ adiacente all’antica chiesa e convento dei Padri Cappuccini, risalenti al 1594.

 

Redazione

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