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Carlo Levi un medico, scrittore e pittore

“Il problema era più difficile di quanto non credessi: e non perché mancassero donne a Gagliano, che anzi, a decine si sarebbero contese quel lavoro e quel guadagno. Ma io vivevo solo… e nessuna donna poteva perciò entrare, da sola, in casa mia. Lo impediva il costume, antichissimo e assoluto, che è fondamento del rapporto fra i sessi”.

In poche righe Carlo Levi, nel romanzo autobiografico “Cristo si è fermato a Eboli” rappresenta il contesto sociale e gli usi radicati, di un paesino della Basilicata in cui, nel 1935, essendo egli un antifascista, era stato confinato. Era, infatti, alla ricerca di una donna di servizio ma l’impresa si era rivelata ben presto impossibile.

Perché questo titolo di romanzo?

Eboli è una cittadina della Campania dove, al tempo del confino di Carlo Levi, la strada statale e la linea ferroviaria abbandonavano la costa per addentrarsi “nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo … I contadini di questa terra non appartenevano ai comuni canoni di civiltà, ma erano inseriti in una storia diversa, con un sapore magico e pagano, una Storia nella quale Cristo non è mai arrivato. Emblema ne è la città di Matera, con la vita nei suoi Sassi.”

Carlo Levi nasce a Torino nel 1902. La sua è un’agiata famiglia della borghesia ebraica e dalla più giovane età si dedica alla pittura con un buon successo. Come la sorella, nota neuropsichiatra infantile, dopo la maturità si iscrive alla facoltà di medicina all’Università di Torino. Conosce, fra i politici dell’epoca, in particolare Piero Gobetti, che lo invita a collaborare alla sua rivista “La rivoluzione liberale”. Questa attività gli consente di entrare in un contesto multiculturale che gli offre la possibilità di frequentare personalità della cultura e delle politica come Cesare Pavese, Giacomo Noventa, Antonio Gramsci, Luigi Einaudi ed in seguito illustri esponenti delle arti figurative. Fu uno del gruppo dei sei pittori di Torino che, contro la retorica servile dell’arte ufficiale, definiva falsa la modernità del futurismo e criticava il conformismo del novecento, mentre attribuivano alla pittura il valore di espressione della libertà. Nel 1923 si laurea in medicina a soli ventidue anni e nello stesso anno espone per la prima volta le sue opere pittoriche di tendenza espressionistica, alla Biennale di Venezia e partecipa ai primi gruppi di resistenza contro il fascismo.

Rimarrà alla Clinica Medica dell’Università di Torino come assistente fino al 1928, conduce lavori sperimentali sulle epatopatie e sulle malattie delle vie biliari, ma non eserciterà la professione di medico, preferendo la pittura e il giornalismo.

Nel 1931 aderisce al movimento antifascista di “Giustizia e libertà”, fondato tre anni prima da Carlo Rosselli. Nel marzo 1934 viene arrestato per sospetta attività antifascista e nel 1935, subisce un secondo arresto e viene condannato prima nel paese lucano di Grassano e successivamente nel piccolo centro di Aliano (che lui rinomina Gagliano), in provincia di Matera. Infatti la Commissione provinciale per il confino di Roma, ricevuto il rapporto della Questura, decideva di assegnare Carlo Levi al confino di polizia per tre anni “Siccome pericoloso per l’ordine nazionale per aver svolto…attività politica tale da recare nocumento agli interessi nazionali”. Nel 1936 sull’onda dell’entusiasmo per la conquista dell’impero, gli viene concessa la grazia, e si trasferisce per alcuni anni in Francia, dove continua la sua attività politica. Nel 1943 rientra in Italia. Nel 1945 viene pubblicato il romanzo Cristo si è fermato a Eboli, che aveva scritto nei due anni precedenti. La risonanza che avrà il romanzo oscurerà la sua attività di pittore: ma la stessa sua pittura fu influenzata dal suo soggiorno in Basilicata , diventando più rigorosa ed essenziale. Nel 1945 si lega, e questa rapporto avrà una durata trentennale, con l’unica figlia del poeta Umberto Saba. Dopo Cristo si è fermato a Eboli, pubblica nel 1955 Le parole sono pietre, che tratta dei problemi sociali della Sicilia nel 1956 Il futuro ha un cuore antico e nel 1965 L’orologio e Tutto il miele è finito.  Nel 1963, per dare peso alle sue inchieste sociali sul degrado generalizzato del paese, e mosso dal desiderio di contribuire a modificare una politica stratificata su un immobilismo di conservazione di certi diritti acquisiti anche illegalmente, entra nella politica attiva. Fra gli anni ’60 e ’70 viaggia in giro per il mondo visitando anche paesi lontani come Cina ed India. Viene eletto per due legislature Senatore della Repubblica, come indipendente del Partito comunista italiano. Nel 1973 subisce due interventi per il distacco della retina e durante questo periodo di cecità scrive Quaderno a cancelli, che sarà pubblicato postumo nel 1979 e realizza 140 disegni. Nel 1979 esce la versione cinematografica del suo romanzo più famoso in cui il ruolo di Carlo Levi è interpretato dall’attore Gian Maria Volonté. Dopo alcuni giorni di coma muore a Roma il 4 gennaio del 1975 e per sua esplicita richiesta viene sepolto ad Aliano, il paese che fu portato all’attenzione mondiale dal suo primo, più famoso ed autentico libro.

di Alberto Catalano

Redazione

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